Il lusso tira e l’Italia è un’eccellenza, ma può fare di più: lo dicono i numeri
Il lusso non conosce crisi. Nemmeno in tempi di instabilità politica internazionale. E nemmeno in quest’Italia a crescita quasi zero, come indicano le ultime stime sul Pil. A confermarlo sono anche alcune recenti indagini effettuate da primarie società di revisione, che indicano come il settore luxury rimanga particolarmente vitale in tutte le sue declinazioni.
EY ha pubblicato, infatti, l’edizione 2018 dello studio “The luxury and cosmetics financial factbook” e i dati sono davvero significativi. Nel 2017, infatti, il settore ha raggiunto quota 435 miliardi di euro a livello globale, ma entro il 2021 l’attesa è quella di una crescita fino a quota 517: circa il 3 per cento. Ma il settore in maggiore crescita sarà quello degli accessori: borse, accessori di pelle e scarpe, per cui è atteso un incremento del 10 per cento.
In questo contesto, poi, l’Italia rimane un’ecccellenza. Tra le prime cento aziende mondiali del lusso, infatti – secondo quanto riporta un’indagine di Deloitte – quasi una su quattro (24) è collocata nel Belpaese (la prima è Luxottica), anche se i fatturati rimangono mediamente ancora inferiori a quelli dei concorrenti, visto che valgono soltanto il 16 per cento del totale.