Chi paga il TFR ai dipendenti pubblici?

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per dipendenti pubblici rappresenta una somma di denaro corrisposta al lavoratore nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. Denominato, in questo caso, Trattamento di fine servizio. Per ogni anno di servizio l’importo TFR è determinato dall’accostamento di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua.

Il TFS viene erogato dall’INPS (gestione ex INPDAP) e i dipendenti pubblici che hanno diritto al TFS devono possedere i seguenti requisiti:

  • Contratto a tempo indeterminato effettuato dopo il 31 dicembre 2000;
  • Contratto a tempo determinato in corso o successivo al 30 maggio 2000, della durata minima di 15 giorni;
  • Se si aderisce ad un fondo di previdenza complementare, con contratto a tempo indeterminato effettuato entro il 31 dicembre 2000.

In cosa consiste il TFS (Trattamento di fine servizio) per dipendenti pubblici

I dipendenti del settore pubblico hanno accesso al Trattamento di fine servizio, che offre prestazioni differenti rispetto al TFR dei dipendenti privati, a seconda dell’Amministrazione presso la quale si è prestato servizio. È inoltre possibile richiedere l’anticipo del tfs per i dipendenti pubblici.

Il trattamento di fine servizio si suddivide in tre categorie, tre realtà che comprendono liquidazioni differenti:

  • IBU Indennità di Buonuscita, dedicata ai dipendenti dello Stato come dipendenti dei Ministeri, Agenzie Fiscali, Scuola, AFAM e Università;
  • IPS Indennità Premio Servizio, dedicata a dipendenti degli Enti Locali, delle Regioni e del Servizio Sanitario Nazionale;
  • IA Indennità di Anzianità, destinata ai dipendenti degli Enti Pubblici non Economici e delle Camere di Commercio.

Le prestazioni sono corrisposte d’ufficio, ciò significa che il lavoratore dipendente pubblico non deve presentare istanze particolare. Possono essere corrisposte in un’unica soluzione, quando l’ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro, in due rate annuali se l’ammontare complessivo lordo supera i 50.000 euro ed è inferiore a 100.000 euro. Se la somma complessiva supera i 100.000 euro, le prestazioni verranno corrisposte in 3 rate.

Rispetto al TFR, considerato come un trattamento di natura contributiva, il Trattamento di fine servizio ha carattere di natura retributiva e previdenziale. Mentre nel TFR, l’accantonamento è a carico del lavoratore, nel TFS i contributi previdenziali sono versati nel seguente modo:

  • Per il 7,10% dal datore di lavoro;
  • Per il 2,50% dal dipendente, sulla base imponibile dell’80% delle voci stipendiate utili.

 Passaggio da TFS a TFR: come funziona

I lavoratori con diritto all’IPS e IBU, che aderiscono a un fondo di previdenza complementare, scelgono automaticamente il TFR. Cosa significa? Il valore della prestazione maturata fino a quel momento costituirà il montante al quale si aggiungeranno i nuovi accantonamenti annui per il TFR e le relative rivalutazioni. Questa facoltà è stata introdotta al fine di favorire il processo di attuazione delle disposizioni in materia di previdenza complementare per i dipendenti pubblici.

Il passaggio da TFS a TFR avviene mediante la sottoscrizione del modulo di adesione al fondo pensione ed è strettamente connesso all’adesione stessa. L’esercizio dell’opzione per il TFR sarà possibile sino il 31 dicembre 2020.

 

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